PROPRIO ACCANTO
Nel II e nel III secolo d. C. venne costruito a Catania, probabilmente in onore di una visita dell'imperatore, un anfiteatro di imponenti dimensioni.
Vi si svolgevano spettacoli di vario genere: i ludi gladiatorî (munus gladiatorium), i cui protagonisti erano delle vere e proprie celebrità; i combattimenti fra uomini e belve feroci (venationes), con animali esotici mai visti prima e appositamente fatti arrivare dalle provincie africane; le battaglie navali (naumachiae), realizzate grazie a complessi meccanismi idraulici che consentivano di inondare l’arena.
Nei secoli, il monumento ha cambiato fattezze e anche grafia del nome. Il termine "anfitheatro" è tipico del Settecento, periodo di edificazione del Palazzo storico che ospita il Relais Anfitheatro.
In quell'epoca molti edifici aristocraci catanesi, compreso il Palazzo Ardizzoni, furono costruiti sulle solide vestigia dell'anfiteatro, che avevano resistito ai violenti terremoti, e ne sono divenute un tutt'uno.
Ricostruzione grafica dei primi del Novecento dell'anfiteatro romano di Catania.
(da Federico De Roberto, Catania, 1907)
Cerchiata in rosso, la posizione del Relais Anfitheatro.
Il grandioso monumento è oggi visibile da Piazza Stesicoro e da Vico Anfiteatro, sul quale si affaccia la terrazza del Relais Anfitheatro e una delle suite.
Il resto dell'anfiteatro è nascosto quasi interamente sotto le moderne costruzioni e sotto il livello stradale, ove è tut'ora perfettamente conservato il corridoio che gira lungo il muro del podio.
L’anfiteatro romano di Catania è tornato al suo originario splendore grazie alla ricostruzione in 3D realizzata dall'IBAM CNR.
A POCHI PASSI
Via Crociferi, una delle strade più antiche della città, è l’emblema del Barocco catanese.
La sua bellezza è tale da essere un perfetto set cinematografico a cielo aperto: “Il bell’Antonio” di Bolognini, “Storia di una capinera” di Zeffirelli, “I Vicerè” di Faenza e molti altri ancora sono stati girati proprio lì.
Passegiando si incontreranno alcune tra le più belle chiese settecentesche della città: la Chiesa di San Benedetto collegata all’omonimo convento; la Chiesa di San Francesco Borgia con due ampi scaloni in pietra. Proseguendo si giunge al meraviglioso Collegio dei Gesuiti, con il chiostro, i portici e le colonne in pietra lavica.
Proprio di fronte si trova la Chiesa di San Giuliano, attribuita all’opera dell’architetto Vaccarini.
Poco più avanti si trova il Convento dei Crociferi con annessa la Chiesa di San Camillo, celebre per la Madonna con Bambino su tavola, custodita al suo interno, forse di epoca bizantina.
In fondo alla via si trova Villa Cerami, uno dei palazzi più prestigiosi della Catania Settecentesca, situata proprio sopra il Relais Anfitheatro.
Via Etnea, che ebbe anche il nome di via Stesicorea e via duca di Uzeda, in onore del viceré del tempo, è la strada principale del centro storico di Catania.
I palazzi che vennero costruiti lungo le due strade furono edificati nello stile del barocco siciliano dagli architetti Giovan Battista Vaccarini e Francesco Battaglia. Lungo la via Etnea vennero edificate ben sette chiese che partendo dalla cattedrale sita in piazza Duomo proseguivano con la Basilica della Collegiata, la Chiesa dei Minoriti, la Chiesa di San Biagio, la Chiesa del Santissimo Sacramento al Borgo e la Chiesa di Sant'Agata al Borgo.
Lungo il suo percorso vennero costruiti molti palazzi della nobiltà catanese ed edifici pubblici. Partendo dalla piazza Duomo si incontra il Palazzo degli Elefanti, sede del municipio e quindi il Palazzo dell'Università ed il Palazzo San Giuliano.
Con il suo selciato in pietra lavica dell'Etna, è ora un'isola pedonale nel tratto che va da piazza del Duomo ai Quattro Canti. È la via degli acquisti ed una delle strade più frequentate della città sia di giorno che nelle ore notturne: nelle strade circostanti vi sono moltissimi locali fra ristoranti, birrerie, pub e pizzerie.